Rischio per gli allevamenti bovini italiani: nuovi costi e impegni burocratici

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La nuova direttiva dell’Unione Europea per la riduzione delle emissioni industriali comprende anche gli allevamenti bovini, riconosciuti come attività inquinanti. Il presidente della Copagri, Tommaso Battista, ha sottolineato che gli allevamenti non possono essere equiparati alle grandi industrie in termini di inquinamento ed emissioni in atmosfera. Gli allevamenti hanno un ruolo fondamentale nella tutela idrogeologica del territorio, nella difesa dell’ambiente e della biodiversità e nel contrasto allo spopolamento delle aree interne e rurali del Paese.

Il rischio concreto è quello di incidere ulteriormente sulla redditività di un settore che sconta già notevoli difficoltà, a partire dai costi di produzione e dell’energia, e che rischia di venire gravato da nuovi costi e di essere assoggettato a ulteriori impegni burocratici e limitazioni operative. Questo potrebbe compromettere irrimediabilmente la stabilità di un comparto di fondamentale importanza per l’economia e per l’agroalimentare nazionale.

Il presidente Battista fa appello agli europarlamentari italiani affinché correggano il tiro di una proposta che risulta negativa per l’Italia. L’unico voto di contrarietà è arrivato proprio dall’Italia, paese che contribuisce solo all’1% delle emissioni mondiali di anidride carbonica, di cui solo il 5% deriva dall’attività zootecnica e dal Primario. Inoltre, il comparto zootecnico ha notevolmente ridotto le proprie emissioni nel decennio 2010-2020, finendo per sottrarne dall’atmosfera ben 49 milioni di tonnellate.

Battista rimarca che il settore primario è l’unico settore produttivo che oltre a generare gas serra, contribuisce anche al loro assorbimento. È importante considerare che gli allevamenti bovini hanno un’incidenza sensibilmente inferiore alla media comunitaria dell’11-12% in materia di inquinamento. L’attività zootecnica è stata sottoposta a uno studio scientifico che dimostra come il suo contributo all’inquinamento sia sensibilmente più contenuto di quanto si pensi.

In conclusione, gli allevamenti bovini non dovrebbero essere equiparati alle grandi industrie in termini di inquinamento ed emissioni in atmosfera. È necessario considerare il loro ruolo fondamentale nella tutela del territorio, della biodiversità e del contrasto allo spopolamento delle aree interne e rurali del Paese. L’imposizione di ulteriori costi e limitazioni operative potrebbe compromettere irrimediabilmente la stabilità di un comparto di fondamentale importanza per l’economia e per l’agroalimentare nazionale.


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